curiosità stroriche padovane  1°

VITA ECONOMICA DEL 1200

Ai tempi della Repubblica Padovana, che durarono dal 1175 al 1318, il denaro aveva una potenzialità d'acquisto assai superiore a quella precedente alla penultima guerra. Non risulta che la Repubblica Padovana avesse una Zecca propria e che adoperasse monete di sua emissione, ma bensì usava la moneta della vicina Venezia e più propriamente la lira veneta.

Quella lira valeva circa Bre 3,60 attuali oro e quindi lire 720 carta odierna, essa si divideva in venti soldi grossi, ed un grosso i!n dodici piccoli o denari. Un operaio, abile falegname, fabbro o mutatore, non otteneva mai una paga superiore di quattro grossi e mezzo al giorno e cioè lire 0,72 oro pari a lire 144 carta di oggi. Naturalmente i viveri, date quelle paghe, aveva!no prezzi adeguati. La carne di bue costava mezzo soldo alla libbra (grammi 560 per lire 12 carta), una gallina costava quattro denari (lire 8 carta) e tutti gli altri generi alimentari nella stessa proporzione. Più tardi, verso il 1300 non si parlò più di lire monete ma di ducati d'oro, e questi valevano 40 soldi grossi cioè lire venete pari a lire 7,20 oro delle nostre.

Poi i tempi cambiarono e divenne sempre più caro il denaro, nel 1399 i ducati salirono a grossi 95, ossia a quasi lire venete cinque e continuò la lira sempre più a deprezzarsi, finché nel 1797 quando cadde la Repubblica Veneta i ducati valevano ventidue lire venete cioè lire 80 oro attuali, e la miseria e la scarsità di denaro divennero generali.

Padova che possedeva un vasto territorio eminentemente agricolo, mai ebbe a soffrire una vera carestia di viveri, soltanto dopo il 1815 alla caduta di Napoleone. l'Austria che qui dominava, esausta dalle guerre. impose tasse e requisizioni enormi e fu allora che Padova e provincia soffrirono per scarsità di viveri, e per mancanza di denaro. Tutto ciò durò pochi anni, perché l'Austria abolì. molte tasse e perché le risorse di questa terra benedetta. erano tante che in breve il suo popolo superò la crisi.

P.S. il testo è stato scritto i primi anni del 900 quindi i riferimenti monetari sono a quel periodo

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Ignazio Sommer (Merzio)